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Calano i prezzi delle case, il peso fiscale non aiuta il mercato

02-09-2019
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In Europa i prezzi aumentano in media del 4%, persino in Grecia

A partire dal 2008, il mercato immobiliare italiano è stato caratterizzato da una sostanziale diminuzione dei prezzi degli immobili. Diversamente da quanto si potrebbe pensare, questo trend non è generalizzato; si tratta di un caso unico in Europa.

 

La crisi immobiliare in Europa

 
 
Nel resto dell’Unione, negli anni tra il 2011 e il 2013, la caduta dei prezzi dovuta alla crisi legata a Lehman Brothers del 2008/2009 ha raggiunto punte bassissime, fino al 25% in Spagna. Poi, a partire dal 2013, la diminuzione dei prezzi ha rallentato ed è iniziata la fase di recupero.
 
Secondo i dati Eurostat, la crescita media dei prezzi delle case in Europa è del 4%. Un esempio virtuoso è quello del Portogallo, che grazie ad una serie di manovre fiscali interessanti come l’esenzione fiscale per i pensionati europei per una durata di 10 anni ha saputo attrarre gli investimenti europei e crescere del 9,2%.
 
I numeri migliori li ha registrati la Germania, dove nel 2018 l’aumento costante dei prezzi delle case ha raggiunto +24% rispetto al 2011. Il mercato più dinamico resta quello irlandese, che in sette anni ha visto una crescita del 40% dei prezzi grazie anche al buon andamento generale dell’economia.

Meno bene il mercato francese che sta vivendo una crescita lenta, ma costante: nel 2018 registra +3%. Anche la Spagna fatica a recuperare, sebbene dagli anni del crollo dei prezzi la ripresa è continua e nel 2018 raggiunge il +6,9%. Anche la Gran Bretagna è in difficoltà a causa della Brexit, con una crescita decisamente rallentata ma per il momento ancora positiva. Diverso è invece il caso dell’Italia, unico Paese in Europa con l’andamento del prezzo delle case con segno meno, e non accenna a miglioramenti.
 
 

Il disastro italiano e il confronto con la Grecia

 
 
A cosa è dovuta l’incapacità di ripresa del mercato immobiliare italiano? Il primo dato da osservare è quello della crescita economica, inferiore rispetto alla media europea. Eppure, anche quando l’economia italiana cresceva dell’1,6%, i prezzi delle case continuavano a scendere. Nonostante il Pil abbia recuperato i livelli del 2011, il mercato ha visto un calo dei prezzi del 25% a partire da quell’anno. Dunque la crisi economica non è l’unico fattore che influenza il mercato immobiliare italiano.
 
Un grosso contributo al calo dei prezzi delle case è dato dalla tassazione. Dal 2011, infatti, in piena crisi finanziaria, il governo Monti ha varato il decreto “Salva Italia” introducendo l’Imu. La stessa legge ha incrementato anche la base imponibile aumentando il moltiplicatore della rendita catastale. L’effetto di queste due misure è una forte decrescita del mercato immobiliare, con un conseguente calo dei prezzi delle case a partire dal 2011.
 
Nel primo trimestre 2019, la caduta dei prezzi in Italia è pari all’0,8%. Facciamo peggio persino della Grecia, dove si conferma il trend europeo di crescita. In Grecia il rilancio del mercato immobiliare è stato dato dal nuovo governo, che ha ridotto le tasse sulle case del 22% in media per proprietario e ha abbassato l’Iva nel settore edilizio.
 
Il confronto permette di osservare che, sebbene ci siano certamente altri fattori che influenzano l’andamento negativo dei prezzi delle case in Italia, l’elevato peso fiscale fa la sua parte. Nel 2018, infatti, il gettito Imu-Tasi ha raggiunto quasi 22 miliardi di euro; questo ha avuto un impatto negativo sul patrimonio immobiliare degli italiani, crollato dal 2011.
 
Fonte: Il Foglio