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Decreto Crescita 2019, una spinta per l’immobiliare

03-04-2019
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La bozza definitiva prevede misure di sostegno per il rilancio del settore

Mercoledì 27 marzo è stata varata la versione finale del Decreto Crescita 2019, che contiene una serie di misure volte a sostenere il fisco, rilanciare gli investimenti, tutelare il made in Italy e i risparmiatori. Tra i provvedimenti ci sono anche alcune misure che riguardano il mondo immobiliare, che da tempo richiede un sostegno da parte del legislatore per il rilancio del settore.
 
 

Le novità del mondo immobiliare

 
 
Il primo punto riguarda il Fondo di garanzia per la prima casa. Verranno stanziate nuove risorse, per un ammontare totale di 200 milioni per il 2019. La stessa norma prevede che gli accantonamenti a copertura del rischio diminuiscano dal 10% all’8%.
 
L’edilizia privata beneficerà di velocizzazioni nella concessione delle autorizzazioni da parte della Sovrintendenza per gli interventi sui beni culturali di proprietà privata. Per quanto riguarda il sismabonus, invece, esso sarà esteso anche alle zone 2 e 3, mentre finora era previsto unicamente in zona 1. Questo si traduce in un’agevolazione per l’acquisto di case antisismiche, mentre il bonus per i lavori di adeguamento antisismico è già attivo per tutte e tre le zone.
 
Novità anche per quanto concerne il bonus di efficientamento energetico. La bozza del Decreto Crescita prevede l’equiparazione delle imprese che forniscono servizi tecnici, commerciali e finanziari in tema di interventi di efficienza energetica, chiamate “ESCo”, che potrebbero diventare direttamente titolari della detrazione e quindi essere equiparate ai proprietari degli immobili.
 
 

Imu capannoni e incentivi alla costruzione

 
 
Ci sono alcuni elementi interessanti che riguardano le imprese. Da tempo, infatti, erano stati annunciati interventi in merito all’Ires e all’Imu sui capannoni, a cui si aggiungono misure volte a sostenere le piccole e medie imprese e altre che facilitano il ricambio generazionale. In particolare è previsto un aumento della deducibilità sugli immobili strumentali delle imprese, al momento fissata al 40%: finora non è stato indicato il valore dell’aumento.
 
Per quanto riguarda invece i bonus per le imprese di costruzione e di ristrutturazione, sono previste una serie di misure con l’obiettivo di smuovere il mercato immobiliare e intervenire su strutture datate che necessitano di ammodernamento. La prima riguarda gli oneri legati all’imposta di registro, catastale e ipotecaria: la rimodulazione prevede un costo fisso di 200 € l’una, per un totale di 600 €. A questa si aggiunge la possibilità di variazione volumetrica e di alienazione del fabbricato preesistente.
 
Questo incentivo presenta alcuni vincoli da rispettare. Innanzitutto, la misura è valida per due anni (fino a dicembre 2021). In secondo luogo, l’agevolazione riguarderà unicamente operazioni di demolizione e ricostruzione per l’immissione sul mercato di edifici modificati e riqualificati da un punto di vista costruttivo ed energetico/tecnologico. Infine, è obbligatorio che l’intera operazione (demolizione, ricostruzione e vendita) si concluda entro 10 anni.
 
Se questi vincoli non dovessero essere rispettati, è previsto il pagamento dell’imposta ordinaria in aggiunta ad una sanzione pari al 30% più interessi di mora.

Fonte: CondominioWeb