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Logistica e immobiliare, come le aziende reagiscono al Coronavirus

02-03-2020
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Le conseguenze dell’epidemia riguardano non soltanto le attività, ma anche la richiesta di capannoni

Il mercato logistico sta vivendo giorni d’incertezza di fronte all’epidemia da Coronavirus. Per molte aziende ha significato il rallentamento, se non addirittura il blocco, delle attività. Questo si riflette anche sulla richiesta di immobili all’interno del settore.
 

L’allarme per le attività logistiche

 
 
Per colpa del Coronavirus, la filiera produttiva del settore logistico ha subito qualche intoppo. Si sono verificati casi di ordini consegnati in ritardo o bloccati, soprattutto in Cina o provenienti da essa, dove è cominciato il contagio. Anche in Italia, purtroppo, la supply chain ha incontrato una serie di ostacoli, e in particolare in Lombardia dove si trova il focolaio italiano.
 
Dall’altra parte si è avuta un’impennata degli acquisti online per alcune categorie definite di prodotti, mettendo sotto pressione la filiera. Soffre soprattutto l’e-commerce di generi alimentari e di prima necessità.
 
A fronte del rischio per la business continuity, alcune aziende hanno intrapreso alcune azioni per migliorare l’agilità della propria supply chain e garantire il più possibile lo svolgimento regolare delle attività. Tra le azioni intraprese c’è la ricerca di fornitori alternativi a quelli esistenti. Altre imprese hanno modificato il piano di produzione o hanno spostato le attività produttive in altri capannoni e magazzini delocalizzati.
 
In generale, la capacità di sviluppare il supply chain risk management può rendere le aziende in grado di identificare e gestire le problematiche in maniera efficiente, elaborando i dati e valutando i diversi scenari. Non da ultimo, la possibilità per certi reparti di lavorare in smart working costituisce una risorsa irrinunciabile, soprattutto in casi di epidemie come questa.
 

Il rallentamento del mercato immobiliare

 
 
Se la logistica è in difficoltà, ne deriva che anche la richiesta di capannoni logistici è in diminuzione. Molte operazioni di compravendita in fase di conclusione, infatti, sono state rinviate in attesa che l’epidemia si fermi.
 
Nonostante queste prime informazioni, è ancora presto per capire quale sia l’impatto del Coronavirus sul real estate per la logistica e sul mercato immobiliare italiano in generale. Al momento, il settore più in sofferenza è quello degli affitti brevi, con un calo dell’80% di prenotazioni per soggiorni brevi secondo i dati emanati da Fiaip. Dal punto di vista degli investimenti, invece, pare che al momento le azioni immobiliari abbiano una buona tenuta rispetto ad altre categorie.
 
Le previsioni al momento sembrano buone: una volta passata l’emergenza, le operazioni riprenderanno con i ritmi pre-epidemia e la domanda di locazioni, in particolare per gli affitti brevi, tornerà a salire. Ma si potrebbe ragionevolmente pensare che, a causa della necessità di lavorare attraverso lo smart working, nell’immediato futuro possano avvenire cambiamenti nel modo in cui le aziende vivono gli spazi lavorativi ad uso ufficio e che possa crescere la necessità di strumenti tecnologici adatti al lavoro da remoto.
 
Fonti: Il Sole24Ore e Agenda Digitale