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Ambiente di lavoro salubre? Lo certifica il protocollo Well

20-03-2019
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In Italia la certificazione viene rilasciata dal Green Building Council

Edificio sostenibile? Non basta più. Ora contano anche il benessere e il comfort delle persone sul luogo di lavoro, quindi non si guarda più soltanto al grado di performance dell’immobile. La nuova parola chiave è salubrità, in ogni suo aspetto: aria, luce, acqua e suono. In pratica, misura e certifica il livello di qualità degli spazi interni di lavoro tramite un approccio di tipo olistico.
 
Stiamo parlando di un indicatore di salubrità che viene dagli Stati Uniti. È il protocollo Well ed è stato ideato da Rick Fedrizzi, ideatore della certificazione Leed. Il protocollo Well riguarda la salute fisica e il benessere mentale di chi occupa gli spazi degli edifici. È gestito dall’International Well Bulding Institute (Iwbi) ed è rilasciato dall’americana Green Business Certification Inc (Gbci), la stessa che rilascia la certificazione Leed. In Italia, entrambi sono rilasciati dal Green Building Council e da alcune associazioni no-profit.
 
Ogni immobile viene valutato sulla base di sette categorie specifiche: benessere psicofisico, comfort, movimento, luce, alimentazione, acqua e aria. Ciascuna di queste categorie viene analizzata attraverso misurazioni scientifiche e oggettive, nell’ottica di fornire indicazioni utili al miglioramento futuro della struttura.
 
 
 

Come ottenere il protocollo Well

 
Per ottenere il protocollo Well è necessario innanzitutto registrarsi sul sito www.wellcertified.com e inviare online la documentazione richiesta. Occorre sapere che, a differenza della certificazione Leed, il protocollo Well prevede l’esistenza di una figura specializzata, il well assessor o reviewer, a cui viene assegnato il compito di eseguire verifiche ed osservazioni sull’edificio in questione e le sue performance. Inoltre, l’immobile non viene valutato un’unica volta. Viene considerato il suo intero ciclo di vita, dalla progettazione al collaudo. Altri controlli saranno eseguito ogni anno e per tre anni dopo la sua occupazione.
 
Tutte le analisi effettuate verranno riportate in un report, comprensivo di tutti i risultati. Se l’edificio avrà rispettato gli standard richiesti, e se sì a che livello, verrà assegnata la certificazione richiesta nelle versioni silver, gold o platinum.
 
 
 

Il protocollo Well in Italia

 
Oggi in Italia 14 cantieri e progetti hanno fatto domanda per ottenere il protocollo Well. Si tratta soprattutto di edifici milanesi ed in particolare la palazzina uffici a Milano Assago, di Milanofiori Sviluppo del Gruppo Brioschi e gli edifici Nuova Gioia 22 e Corso Como Place di Coima. A Roma, invece, la sede Enel è in via di certificazione.
 
Mario Angelo Pinoli, ceo di Greenwich (società che fornisce consulenza per l’ottenimento delle certificazioni ambientali Leed, Breeam e Well), ha dichiarato: «Come già accaduto per Leed, anche per Well siamo convinti si diffonderà come protocollo integrativo e a renderlo efficace sarà la differenza di vivibilità dello spazio che potranno testimoniare gli stessi abitanti di una casa. Fra il resto, Leed e Well sono standard complementari. L’uno guarda all’edificio, l’altro pone il focus sull’abitante e sui suoi comportamenti e gli insegna come vivere in armonia».
 
 
 

Il protocollo Living Building Challenge

 
Esistono altri protocolli che valutano gli edifici a seconda dei loro indicatori di performance, della sostenibilità e dell’abitabilità. Uno dei più curiosi è il protocollo Living Building Challenge, creato nel 2006, che valuta le celebri “green tower”. Sono quegli edifici autonomi, integrati nel territorio, naturali e in grado di rigenerarsi. L’iter per ottenere la certificazione è molto severo e in Italia siamo ancora all’inizio, ma un’abitazione monofamigliare ad Arco, in provincia di Trento, ha passato il test.
 
Fonte: IlSole24Ore