Chiamaci Scrivici
Effettua la tua ricerca

Blocco degli sfratti, così si viola il diritto di proprietà

20-07-2020
#

Colpire i proprietari causerà seri danni al mercato immobiliare

Tra le novità previste dal decreto Cura Italia, recentemente diventato legge, ci sono misure volute dal Governo nel tentativo di tutelare la fascia più debole e povera della popolazione italiana. Una di queste è il blocco degli sfratti, che è stato prorogato dal 31 agosto fino al 31 dicembre 2020 sulla base delle modifiche votate al testo.
 
Una misura controversa che ha scatenato le ire dei proprietari e di Confedilizia. Il blocco degli sfratti riguarda infatti anche morosità precedenti al Covid, che si trascinano ormai da tempo. Il rischio è che chi non paga da diversi mesi sia avvantaggiato da questa situazione, facendosi beffe dei proprietari. I mancati introiti da parte dei proprietari, famiglie private di un reddito e che hanno appena versato l’Imu, potrebbe portare ad un effetto depressivo sul mercato immobiliare, provocando seri danni.
 

La rabbia di Confedilizia

 
 
Confedilizia si è schierata immediatamente contro il blocco degli sfratti, richiedendone la revoca. «Un emendamento giunto pochi giorni dopo il versamento, da parte dei proprietari di casa, di 11 miliardi di euro per Imu e forse le tempistiche non sono casuali – fa notare Annamaria Terenziani, presidente di Confedilizia in Emilia Romagna –. Se infatti questo provvedimento, che mina il diritto di proprietà, fosse stato conosciuto prima, il rischio di una rivolta fiscale, con conseguente mancato pagamento, sarebbe stato assai concreto. Bloccando tutti gli sfratti, in particolare quelli per morosità precedenti al Covid, si avvantaggiano solo coloro che, da ben prima dell’epidemia, non stanno pagando nulla e che si stanno facendo beffe dei proprietari colpiti anche dalla crisi delle locazioni commerciali».
 
«Dunque i locatori continuano a pagare le tasse sui canoni che non percepiscono e non hanno avuto alcuna riduzione delle imposte; a partire proprio da quella patrimoniale che si dovrebbe pagare con il reddito della locazione e che invece si trovano a dover pagare con i propri risparmi già fortemente depressi dalla crisi. Ci si augura che il Parlamento si renda conto dell’iniquità sociale e del rischio connesso a trattamenti, di fatto, punitivi per una categoria che svolge un’imprescindibile funzione economico e sociale».
 

«Lo Stato paghi i canoni degli inquilini inadempienti»

 
 
Sulla stessa linea il presidente nazionale di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa. «La proroga degli sfratti era una prassi che era terminata da alcuni anni. C’è un problema tecnico che forse è sfuggito ai parlamentari che hanno approvato l’emendamento: questa disposizione si applica a situazioni che nulla hanno a che fare con il Covid perché in questo periodo di blocco non c’è stato alcun provvedimento che abbia stabilito il diritto del proprietario di ritornare in possesso dell’immobile».
 
«Lo Stato si intromette tra la sentenza di un giudice e il diritto del proprietario dicendo che la sentenza non vale: è un grave errore perché lo Stato non deve scaricare tutto sul privato proprietario. Quali sono le soluzioni alternative? Questo Governo ha stabilito che, di fatto, lo Stato si fa carico del 60% dei canoni di locazione di tre mesi particolarmente critici per il Covid: dovrebbe allungare almeno questa previsione oltre a fare qualcosa di forte per l’abitativo. Se un inquilino non è in grado di pagare il canone, lo Stato deve pagare quel canone, è questa la strada, non quella di intromettersi in situazioni stabilite da giudici e dire che il diritto da un giorno all’altro non esiste più».